Nel bunker di Cupertino in faccende affaccendati: un ‘dettaglio’ che non è sfuggito, la rivoluzione di Apple comincia da qui.
Intelligenza artificiale, la parola d’ordine di questo 2024. Non che nell’anno appena passato non sia stato un termine in hype fin da quando ChatGPT ha innescato un effetto go down pazzesco, ma la corsa all’AI (o IA all’italiana) più formante ci sarà proprio in questo 2024, lato smartphone.
Google, d’altronde, ha dato fuoco alle polveri presentando i Pixel 8 e 8 oro dotati di funzionalità proprie dell’intelligenza artificiale generativa. Riecco l’effetto go down: Samsung sarà il primo a uscire in questo 2024 con funzionalità simili, proprie dei Galaxy S24, in uscita proprio a gennaio. Ed Apple?
Chi pensa ad un colosso fermo sulle sue convinzioni, riluttante per esempio ai pieghevoli, si sbaglia di grosso. No, non ci sono novità sul famigerato iPhone foldable che si sussurra ormai da anni, piuttosto è stato scoperto un dettaglio che non è sfuggito ai più attenti: la (vera) rivoluzione di Apple comincia da qui. E ora non è più sottotraccia.
Rivoluzione Apple: svelata la strategia per l’intelligenza artificiale generativa. Le ultime novità
Tutto parte da un report del New York Times, che ha rivelato di recente che Apple ha già stipulato accordi pluriennali del valore di almeno 50 milioni di dollari per concedere in licenza gli archivi di articoli di notizie. Tra le testate giornalistiche contattate da Apple figurano Condé Nast, editore di Vogue e The New Yorker; News della NBC; e IAC, che possiede People, The Daily Beast e Better Homes and Gardens. Una notizia, tanto per restare in tema, non di poco conto, perché?
È proprio questo il dettaglio che non è passato inosservato, quale fonte migliore della stampa, sinonimo di una attendibilità figlia della credibilità, con un certo stile di scrittura? Questa la strategia di Apple: da Cupertino vogliono rispondere ai competitor (Samsung in primis) per sviluppare l’intelligenza artificiale generativa, che consente ai computer di creare immagini e chattare come un essere umano. La tecnologia, che gli esperti di intelligenza artificiale chiamano “reti neurali”, è costruita utilizzando foto o testo digitale per riconoscere modelli. Analizzando migliaia di foto di gatti, ad esempio, un computer può imparare a riconoscere un gatto.
Microsoft, OpenAI, Google, Meta e altre società hanno rilasciato chatbot e altri prodotti realizzati con questa tecnologia. Da Apple, invece, solo silenzi assordanti, con un Siri per niente affatto migliorato, stagnante dopo la nascita. Seppur in ritardo, forse meglio parlare dei classici tempi di Apple, da Cupertino stanno lavorando alla intelligenza artificiale generativa, per rilasciare già a settembre qualcosa di mai visto nell’iPhone 16, partendo proprio dalla collaborazione con le principali testate giornalistiche americane: il bot made in Apple sta nascendo da qui, un punto di partenza, per il momento, l’arrivo si scoprirà in questo 2024.