Se inviate ingiurie via chat, o messaggi offensivi, prestate molta attenzione: quello che potreste scrivere potrebbe farvi rischiare grosso
Sui nostri smartphone passano davvero ogni tipo di informazione. Documenti di lavoro e personali, foto, video, messaggi audio di ogni genere, che tendiamo scrupolosamente a conservare all’interno delle nostre chat. Quelle chat che ormai sono il mezzo immediato per metterci in contatto con chiunque, in tempi estremamente rapidi. Ma bisogna comunque fare molta attenzione a quello che si scrive.
Può capitare a chiunque di avere un alterco con un’altra persona, o un gruppo di persone, all’interno di una chat, e chiunque può rischiare di perdere le staffe ed alzare un po’ i toni. Ma bisogna fare molta attenzione a quello che si dice, in quanto le chat possono ritorcersi contro. In particolare, nel caso di messaggi offensivi, diffamatori e discriminatori, i rischi possono essere davvero molto alti. Cosa dice la legge in merito?
Messaggi offensivi via chat: fate attenzione
Le chat delle nostre app di messaggistica istantanea, possono trasformarsi in un attimo da conversazioni pacate e tranquille, a veri e propri e feroci litigi. Il rischio è quello di sforare ampiamente con le nostre considerazioni durante una litigata, andando a colpire sul personale ma anche sull’aspetto professionale di una persona. Ma quello che non sappiamo è che tramite questo atteggiamento possiamo rischiare davvero tanto.
Le chat possono essere infatti, impugnate come prova e utilizzate laddove dovesse emergere un tema di presunta ingiuria o diffamazione. La differenza tra i due temi è data dalla presenza dell’offeso. Per l’ingiuria, il destinatario dell’offesa è presente, per la diffamazione invece, si diffondono contenuti offensivi in assenza di quella persona. Cosa si rischia in questi casi?
I rischi
Il concetto di presenza è l’aspetto fondamentale, laddove si volessero impugnare delle chat, per diffamazione o ingiurie. Il rischio è quello di essere accusati di ingiuria aggravata, laddove all’interno della chat siano presenti più persone, e l’offeso non visualizza e risponde in tempi brevi (come può ampiamente accadere). Differentemente, se non c’è l’accusato, c’è il rischio di reato di diffamazione.
Per entrambi i casi, gli accusati possono prevedere di procedere legalmente, dimostrando al Tribunale le offese ricevute, il contesto, e la tipologia di offesa. Se può ledere sia l’aspetto personale che lavorativo, il rischio da parte di chi offende può essere molto alto. Se inoltre, le offese sono ancora più ampie, come ad esempio in una chat pubblica su un social network (che non sia WhatsApp, in quanto è messaggistica diretta), i termini di rischio sono ancora molto più elevati.