Gli AdBlock non verranno più banditi da Chrome, almeno per ora. Google ci ha ripensato, ecco fino a quando sarà possibile usarli.
Sicuramente avrete sentito parlare almeno una volta degli AdBlock. Si tratta di comode estensioni che possono essere scaricate su Google Chrome e che danno la possibilità di bloccare ogni sorta di annuncio pubblicitario. Che sia prima di un video da riprodurre su YouTube o riguardante i fastidiosi banner che compaiono sui siti web. E sono tutti gratuiti, così da non doversela più vedere con fastidiose interruzioni.
Come potete immaginare, però, questi tool vanno a gravare sulle finanze e sulle strategie sia degli inserzionisti che delle aziende che decidono di vendere gli spazi. Tra le quali figura proprio Google, che qualche settimana fa aveva annunciato una manovra per il bando totale di ogni tipologia di AdBlock da Chrome. Ora però qualcosa sembra essere cambiato, con Big G che ha deciso di fare un momentaneo dietrofront.
Gli AdBlock rimangono su Chrome: la decisione inaspettata di Google
Almeno per il momento, c’è ancora vita per gli AdBlock su Google Chrome. La decisione di Big G è arrivata in controtendenza rispetto all’annuncio di qualche settimana, con la volontà da parte dell’azienda di Mountain View di preservare l’esistenza di questi servizi che garantiscono il blocco per ogni annuncio pubblicitario o inserzione quando si naviga in rete. Ma è una decisione solo temporanea.
L’idea dell’azienda è di passare al cosiddetto Manifest V3, un sistema che porterà al blocco totale degli strumenti per limitare gli annunci pubblicitari. Ma in queste ore proprio Big G ha annunciato un blocco momentaneo per il rilascio, con una roadmap aggiornata che ci dà un’idea più precisa su quanto bisognerà attendere prima che il tutto diventi ufficiale.
A parlarne è stato il CTO di AdGuard Andrey Meshkov, che ha valutato in maniera positiva le ultime strategie di Big G. L’idea è di continuare ad offrire le stesse qualità di filtraggio già vostre con Manifest V2, sebbene ci siano ancor delle controversie da dover risolvere. Ossia limitazioni inutili per gli sviluppatori riguardanti l’utilizzo delle API.
“Sono cambiamenti utili, ma anche modifiche ad un sistema limitato dalla progettazione. Il problema è che se le estensioni non possono innovarsi, gli utenti perdono e i cracker vincono. Ora dipendiamo da Google er continuare a far evolvere l’API e stare al passo con inserzionisti e tracker” ha spiegato il tecnico della Electronic Frontier Foundation Alexei Miagkov a The Verge. Stando alla timeline, bisognerà attendere almeno giugno 2024 prima del rollout di Manifest V3.