Le nuove linee guida dell’AGCOM porteranno all’introduzione di filtri famiglia che impediranno ai più giovani di accedere a siti non adatti alla loro età
Su Internet, si sa, c’è di tutto. Alcuni contenuti sono adatti anche ai più giovani, mentre altri potrebbero avere un impatto negativo sul loro sviluppo o quantomeno turbarli. Per ovviare al problema, lo scorso 25 gennaio l’AGCOM, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha individuato e approvato delle linee guida sui sistemi di protezione dei minori sul web che entreranno in vigore il 21 novembre. A partire da questa data, gli operatori avranno l’obbligo di mettere a disposizione dei clienti dei sistemi di parental control gratuiti, così da permettere a tutti i genitori di filtrare i contenuti non adatti ai minorenni.
Le linee guida approvate dall’AGCOM lo scorso gennaio sono state pubblicate il 21 febbraio e le disposizioni in esse contenute entreranno in vigore nove mesi dopo, come stabilito dalla delibera 9/23/CONS. Esse prevedono che gli Internet Service Provider (ISP) mettano a disposizione gratuitamente ai propri clienti dei sistemi di parental control per tutelare i minori e impedire loro l’accesso ai contenuti riservati ai maggiorenni.
L’AGCOM ha anche individuato le principali categorie di contenuti ai quali i minorenni non dovrebbero avere accesso. Tra questi ci sono, come prevedibile, i siti di natura pornografica o che vendono accessori sessuali e attività legate al sesso o comunque supportano l’acquisto online di tali beni e servizi. Nell’elenco sono inclusi anche i portali che consentono di fare scommesse online oppure forniscono informazioni e/o promuovono il gioco d’azzardo. Proibiti, inoltre, i siti che vendono armi o forniscono informazioni sul loro acquisto, così come quelli che promuovono la violenza contro gli altri o se stessi e mostrano scene di violenza gratuita, insistita o efferata.
Il parental control andrà a bloccare anche i contenuti che supportano l’odio o l’intolleranza nei confronti di qualsiasi individuo o gruppo e quelli a favore dell’anoressia o della bulimia e dell’uso di sostanze come droghe, alcol e tabacco. I minorenni non potranno neppure accedere ai siti che forniscono strumenti e modalità per rendere l’attività online non rintracciabile. Infine, l’elenco dell’AGCOM include i portali legati alle sette o che offrono soluzioni basate in qualche modo sull’occulto, come istruzioni per influire sulla realtà con incantesimi, maledizioni, poteri magici o esseri soprannaturali.
Dal canto loro, gli operatori dovranno comunicare all’AGCOM le categorie usate per i sistemi di parental control. L’autorità ha stabilito che dal 21 novembre i sistemi di controllo parentale dovranno essere attivi di default per tutte le offerte dedicate ai minori. Ne consegue che da quella data in poi ogni SIM intestata a un minore avrà attivo il blocco dei contenuti vietati. Alcuni gestori di telefonia, tra cui Kena, ho. Mobile e WindTre hanno già avviato una campagna informativa indirizzata ai propri clienti.
Il parental control, spesso chiamato anche filtro famiglia, è uno strumento che i genitori possono usare per limitare l’accesso dei figli minorenni a determinati contenuti. Molti dispositivi, tra cui gli smartphone e le console, ne hanno uno integrato. Alcuni parental control consentono anche di impostare dei limiti al tempo trascorso su Internet e di monitorare il comportamento online dei minori al fine di salvaguardarli. Esistono anche alcune alternative a questa soluzione, come l’utilizzo di alcuni browser pensati apposta per i più giovani (tra cui Kid Rex) o di applicazioni sicure come YouTube Kids.
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