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Piccola attività commerciale dichiara guerra a Google: tutta colpa di un pulsante

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Melania Marchegiani

Google durante gli anni ha ampliato le sue funzionalità, permettendoci di svolgere diverse attività online con un semplice click.

La multinazionale americana Google ha una soluzione per la gran parte delle nostre domande, sviluppando tools in grado di farci svolgere diversi tipi di attività. Tra le più utilizzate ci sono la geolocalizzazione, la costruzione di campagne marketing online, la visualizzazione dei trend ricercati dall’utenza suddivisi per intervallo di tempo e categoria, sino alla prenotazione dei tavoli di un qualsiasi ristorante.

Quanti di noi si rivolgono a Google per porre domande di qualsiasi genere? Quesiti riguardanti la salute, la tecnologia, l’utilizzo di smartphone, recensioni di ristoranti e alloggi. Oppure, quante volte ci è capitato di leggere la lista delle domande più strane chieste al portale? Google risponde a qualsiasi necessità, ma questa volta sembra esser uscito fuori dalle righe.

Il colosso statunitense, infatti, non ha considerato che qualcuno potrebbe ribellarsi alla troppa autonomia che la stessa azienda ha nei confronti dei suoi utenti. Qualcuno, infatti, ha deciso di far sentire la propria voce all’interno del vasto mondo dell’online. È successo in Australia, nello specifico a Sidney, dove il proprietario di un piccolo wine bar si è ribellato a Google.

Il wine bar contro Google

Il proprietario Stuart Knox del Fix Wine Bar di Sidney pare sia rimasto letteralmente amareggiato dalla decisione autonoma da parte di Google di inserire un pulsante delle prenotazioni all’interno dell’inserzione sponsorizzata sul web, senza prima chiedere il permesso alla proprietà, che a sua volta ha scatenato una vera a propria guerra a suon di post contro la multinazionale.

E non solo la rabbia per la “call-to-action“, il pulsante per le prenotazioni inserito nelle inserzioni senza alcuna richiesta da parte dall’intestatario dell’attività: il proprietario pare si sia arrabbiato ancora di più dopo essersi reso conto che avrebbe dovuto pagare il conto presentato da Google per ogni prenotazione effettuata dai clienti mediante questa funzionalità.

Google e il servizio di prenotazione tavoli (sitiwebok.it)

Secondo Stuart, il sistema di Google non rappresenta i numeri effettivamente disponibili nel locale e ciò avrebbe portato i clienti a fare la prenotazione anche quando il locale era, ad esempio, riservato ad eventi privati, ricevendo così numerosi feedback negativi. Il proprietario del bar ha dichiarato che il problema è stato subito risolto da Google solo dopo aver pubblicato un post al vetriolo su Instagram.

Il proprietario ha segnalato come il sistema di prenotazione Google fosse stato attivato automaticamente, senza che nessuno lo avesse contattato per chiedere il consenso. Così ha provato a rimuovere la funzione utilizzando il suo account aziendale di Google, ma non ha potuto procedere perché doveva essere la stessa Google a farlo.

Secondo una rapida ricerca fatta da Stuart, è stato possibile vedere che solo alcuni ristoranti hanno la funzione di prenotazione a Sidney, mentre altri no: il proprietario a questo punto si chiede se tutti i proprietari sanno di questa funzionalità attivata sul loro account. Start infine denuncia la scarsa attendibilità di Google a causa della quale è possibile perdere numerosi clienti.

Melania Marchegiani

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