Se sei un appassionato di survival horror devi assolutamente recuperare questi cinque giochi che hanno scritto una pagina di storia del genere.
Dopo una crisi avvenuta durante la settima generazione di console, in cui brand storici come Silent Hill e Resident Evil arrancavano, il genere dei survival horror è tornato più in forma che mai. Il merito di questo ritorno dell’interesse collettivo su questo genere di videogiochi è da attribuire all’eccellente trilogia di Dead Space, al bellissimo The Evil Within e al cinematografico capolavoro di Naughty Dog The Last Of Us.
Queste tre ip non sono solo capisaldi del genere, ma veri e propri capolavori dell’industria videoludica che hanno fatto capire come si possa ancora innovare la formula e regalare esperienze da brividi agli appassionati. Come detto i tempi bui sono passati, Resident Evil è tornato a splendere e tra il prossimo anno e quello successivo assisteremo al grande ritorno della saga di Silent Hill.
In attesa di novità, potete fiondarvi sui cinque giochi di cui vi parleremo a breve, tutti in grado di offrire al genere qualcosa di innovativo ma soprattutto di tenere il giocatore sulle spine dal primo all’ultimo minuto di gioco.
Cominciamo la nostra carrellata proprio con un Silent Hill e per la precisione con l’ultimo esponente della saga in grado di soddisfare l’esigente palato dei fan della saga. Ci riferiamo ovviamente a Silent Hill 3, capitolo conclusivo della prima trilogia da cui è stato tratto anche il secondo film. Come i precedenti puntava molto sull’atmosfera e sul climax di tensione, alternando sezioni di esplorazione e puzzle solving ad altre di combattimento e fuga.
I puristi, quelli che avevano amato alla follia i primi due capitoli, si sono lamentati per via di una maggiore impronta action. La protagonista, a differenza di Edward nei primi due giochi, aveva a disposizione una maggiore potenza di fuoco e poteva affrontare i nemici anche in maniera diretta senza temere di essere sopraffatta ogni volta.
In realtà proprio questa caratteristica rendeva il gioco più vario, dando al giocatore più possibilità di scelta nell’affrontare le sezioni di gioco e rendendolo per certi versi un antesignano dei moderni survival horror. Proseguiamo la nostra lista con Obscure, titolo uscito nel 2004 senza grosso successo. Ad essere degna di attenzione in questo titolo era la modalità co-op che permetteva di affrontare il gioco insieme agli amici.
Il terzo gioco da recuperare è Resident Evil Revelations. Si tratta di uno spin-off uscito nel 2012, proprio nel periodo di maggiore crisi del brand, quando la deriva action aveva fatto disamorare i fan del gioco e pensare che non avremmo visto altri Resident Evil degni di nota. Revelations tornava alla formula originale, ed il suo successo ha dimostrato a Capcom che quella era la strada da percorrere.
Il quarto consiglio è Manhunt, non proprio un survival horror tradizionale, ma sicuramente una pietra miliare della storia del videogame, purtroppo finita nel dimenticatoio per via della sua natura controversa. In questo folle gioco Rockstar, vestiamo i panni di un condannato a morte che diventa vittima di un sadico, il quale lo sfida alla sopravvivenza all’interno di una struttura piena di assassini pronti a fargli la pelle.
Il titolo Rockstar era divertente da giocare e portava in dote tante meccaniche innovative, come ad esempio la possibilità di utilizzare vari oggetti di gioco – compresi i vetri rotti – come armi per difendersi e offendere (caratteristica poi utilizzata in tantissimi giochi, tra cui anche Tlou). Tuttavia all’epoca fu visto come eccessivamente violento e disturbante e per questo osteggiato dalla stampa e censurato.
Il quinto gioco è il più recente, risale al 2014, ed anche il più distante dai canoni del genere. Si tratta di Until Dawn ed è un’avventura grafica in stile survival horror. Un esperimento che ha avuto successo e che ha permesso la nascita di un sottogenere videoludico che oggi è portato avanti dagli stessi sviluppatori – Supermassive Games – con la brillante Dark Picture Anthology.
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